Simone Fazio

Scritti

Andrea Chiesi

C’è un cuore sanguinante offerto da due officianti. è ancora pulsante, lo hanno appena strappato a qualcuno o è il loro stesso cuore. simone dipinge queste ragazze senza vestiti e la loro nudità è disarmante, come fossimo di fronte a bambine o spiriti. sembra che dicano: “non siamo amate, tenetevi il nostro cuore, a noi fa solo soffrire”. oppure: “ve lo abbiamo preso, lo vedete il vostro cuore? tanto non sapete usarlo”.

la luna di notte. c’è ancora qualcuno che si ferma a osservare il cielo? avete ancora il coraggio di alzare il capo a scrutare le stelle come facevano gli antichi? ci sono tutti i miti negli astri, ma non gliene frega un cazzo a nessuno. le luci degli outlet rendono il cielo giallo e vuoto. simone cerca il buio perche’ nel buio riesce ancora a vedere la luce della luna. e la dipinge.

i teschi ci dicono: “fai pure il fighino, tanto prima o poi crepi anche tu”. una società che non accetta la morte, vigliacca e debole come la nostra, ha paura dei teschi, per questo li ricopre di diamanti. simone no. i teschi li dipinge proprio morti e ti dice: “sarà meglio che ti prepari bello mio”.

simone dipinge le confezioni degli psicofarmaci perché sa che fanno male. e dipingendoli ci avverte: “ti bucano il cervello e ti rendono imbecille. continua a prenderli cosi non rompi le palle a chi regge i destini del mondo. non sentiremo la tua mancanza coglione, è selezione naturale”.

ci sono due donne rannicchiate, si vede solo la loro magra schiena, un paesaggio orografico, la pelle e le ossa come mappa dell’esistenza. perché non ti avvicini e chiedi come stanno? hai forse paura del loro sguardo?

c’è una ragazza che si lascia andare nell’acqua, ma non è venere e neppure ofelia. l’acqua è nera. nuota, si abbandona, affoga lentamente, forse aspetta il suo amante che finalmente la prenda e la porti via.

simone ha studiato anatomia e si vede.
simone suona la batteria come dipinge, e fa bene a farlo perché le due forme si alimentano a vicenda e una nutre l’altra.

simone sa che l’idea di un quadro non è un quadro.
sa che per arrivare a dipingere occorre un’idea, ma che bisogna anche sapere tenere in mano il pennello. sa che è faticoso dipingere, che la pittura vuole tutto, che è un’amante esigente e non accetta compromessi.
simone dipinge bene perché ama la pittura e sa che il bel quadro comunica meglio, ma è una forma di bellezza tutta sua, che deriva dai Joy Division e Caravaggio, dai Tool e Bacon. nulla di rassicurante. nelle sue tele senti tensione, provi inquietudine, vivi la melancolia, ma anche la sensualità decadente e la seduzione gotica.
devi lasciarti andare davanti agli olii su tela di simone. lasciati trascinare, sarà bellissimo vedrai, ma ti avverto, forse potrà farti male.

andrea chiesi, gennaio 2011